Gypaetus barbatus, un avvoltoio europeo
Suppongo che se dicessi la parola “avvoltoio” alla gran parte di voi verrebbe in mente la savana africana e qualche carcassa, magari appartenente a un animale ucciso da un leone, che viene avidamente spolpata da sinistri uccelli dal capo privo di piume. E se vi dicessi che non serve andare fino in Africa perché ne abbiano anche dalle nostre parti?
Un avvoltoio tra le Alpi
Il Gypaetus barbatus, meglio noto come “avvoltoio barbuto” o “giapeto”, che nidifica abitualmente in Europa e anche in Italia. Si può trovare in tutta l’Eurasia e nidifica anche in India e sull’Himalaya. In Europa si trova sulle Alpi (dove è stato reintrodotto con successo), sui Pirenei, in Corsica e in Grecia.
Si tratta di un uccello rapace di notevoli dimensioni, che può raggiungere un’apertura alare di oltre 2 metri e mezzo. Di solito vola senza sbattere le ali, sfruttando le correnti ascensionali tipiche delle aree montuose, in questo ricorda il condor, un suo parente del Sud America.
Sebbene sia un avvoltoio, il suo aspetto è molto più simile a quello degli altri rapaci predatori come le aquile o i falchi, infatti il suo capo è ricoperto di piumaggio al contrario dei tipici avvoltoi. Tuttavia è un necrofago specializzato, esattamente come tutti gli avoltoi che invece lo presentano glabro. Questa differenza con gli altri avvoltoi ha un motivo ben preciso: il gipeto si nutre prevalentemente del midollo contenuto all’interno delle ossa, quindi non ha bisogno di una testa glabra perché non la infila all’interno delle carcasse.
Vediamo un dettaglio del capo dal quale si capisce bene il motivo del nome comune di questa specie, ossia la “barba” che ha sotto il becco:
Lo stato di conservazione
Purtroppo questa specie si riproduce lentamente, uno dei motivi per cui risulta essere minacciata. Infatti le coppie monogame depongono solo una o due uova una volta l’anno e di solito sopravvive solo uno dei due pulcini. Si nutre di ossa e carogne, raramente di animali vivi e quando lo fa si tratta solo di piccoli vertebrati, mai animali di grande taglia come per esempio una pecora. Peculiare è il comportamento che attua per rompere ossa di grandi dimensioni per accedere al midollo, che vengono lasciate cadere sulle rocce da notevole altezza per frantumarle.
Purtroppo la credenza che i giapeti mangiassero gli agnelli ha dato adito a una caccia idiscriminata, che ne ha provocato l’estinzione sulle Alpi nella prima metà del XX secolo. Fortunatamente negli anni ’80 è iniziato il rilascio in natura di esemplari nati in cattività, che ha riportato questi splendidi uccelli a solcare i cieli alpini. Tuttavia la specie risulta ancora in pericolo nonostante l’efficacia degli interventi di reintroduzione e conservazione.
In realtà il giapeto non è l’unico avvoltoio europeo, anche il capovaccaio (Neophron percnopterus) abita nel nostro continente, sebbene sia più piccolo e meno vistoso.