L’universo è una simulazione? Analisi di una teoria assurda
L’universo è una simulazione generata da una civiltà avanzatissima? Sembra incredibile, ma c’è gente anche famosa ed esperta disposta a dare credito a questa teoria assurda.
La teoria della simulazione cosmica e i suoi sostenitori
Secondo alcune persone, noi tutti e il nostro intero universo saremmo una simulazione generata da un colossale elaboratore, costruito da una civiltà avanzatissima e sconosciuta. L’idea richiama alla mente vari film di fantascienza del recente passato (qualcuno ha detto Matrix?) e sembra affascinante, tanto che anche persone famose ed esperte nei loro campi si sono dette favorevoli a prenderla in considerazione.
Il famoso imprenditore Elon Musk è uno dei sostenitori della simulazione, secondo lui siamo tutti personaggi di un videogioco o di un esperimento. Le nostre menti sarebbero simulate, così come ogni singolo stimolo sarebbe simulato, ogni granello di polvere e ogni atomo dell’universo. Secondo lui basta considerare i progressi dell’informatica negli ultimi 40 anni e pensare a come potrebbe svilupparsi tra altri 40 o ancora di più. Addirittura Musk stima che le probabilità che NON viviamo nella simulazione e che siamo “veri” (qualunque cosa significhi essere “veri”) è una su un miliardo. In altre parole, ci sono 999.999.999 possibilità a una che siamo una simulazione, quindi Musk ne ha praticamente la certezza.
Anche l’astrofisico statunitense Neil deGrasse Tyson sostiene che l’universo sia una simulazione, ma è più cauto con le probabilità. Lui infatti stima che abbiamo il 50% di possibilità di essere simulati, il 50% di essere veri. Almeno è più cauto di Musk, il quale ha dimostrato abbastanza spesso di essere un po’ fanfarone.
Addirittura c’è chi è convito (come questo filosofo americano, che forse dovrebbe impiegare un po’ meglio il suo tempo) che uno delle maggiori minacce all’esistenza dell’Umanità sia che qualcuno possa spegnere semplicemente il computer, come un giocatore che spegne tutto per andare a fare merenda.
Prove a sostegno della teoria della simulazione?
Nessuna. Ed è ragionevole che sia così, perché se davvero fossimo parte di una simulazione non potremmo certo accorgercene.
Ma c’è chi, tra filosofi e fisici, si è spinto oltre provando a cercare prove del fatto che siamo tutti un giocattolo digitale di un’entità superiore non meglio identificata (teniamo a mente questa affermazione perché ci torneremo tra poco). Per esempio, secondo il cosmologo Max Tegmark del MIT il fatto che l’universo obbedisca a rigide leggi matematiche è una prova incontrovertibile del fatto che sia artificiale e simulato.
In realtà è incredibile che un cosmologo e quindi un fisico possa fare un errore così grossolano. Dire che l’universo risponde a leggi matematiche significa affermare che le sue leggi siano scritte con il linguaggio della matematica, e quindi la matematica esiste da prima dell’universo. Affermare questo significa ragionare al contrario: la matematica è solo un linguaggio artificiale, inventato da noi e adatto a descrivere delle approssimazioni delle leggi fisiche dell’universo. Ergo l’universo esiste da prima delle matematica, non viceversa.
Parecchi filosofi hanno provato a immaginare prove a supporto dell’assurda teoria della simulazione, e incredibilmente anche scienziati e fisici seri, ansiosi di dimostrare la loro apertura mentale senza rendersi conto della magra figura rimediata.
Come smontare questa bufala?
Sì, ho usato senza mezzi termini la parola “bufala” perché simili dichiarazioni servono solo ad andare sui giornali. La teoria della simulazione non ha nulla di serio, anche se certi filosofi vorrebbero far credere il contrario.
Alcuni hanno provato a sviluppare complesse motivazioni fisiche a prova del fatto che non viviamo in una simulazione, come per esempio qui e qui. In realtà però basta fare un semplice ragionamento per capire quanto sia assurda e vecchia questa idea: credere che l’universo sia una simulazione e credere che sia stato creato da un dio onnipotente sono esattamente la stessa cosa. La differenza sta solo nel fatto che nel primo caso il creatore non sarebbe un’entità sovrannaturale ma un essere che esiste fisicamente in qualche luogo, per quanto impossibile da definire.
L’idea che che l’universo sia una simulazione è sempre la stessa, vecchia, idea religiosa della creazione da parte di un dio. La domanda quindi è: ha senso che la Scienza, che per sua natura dovrebbe sempre progredire a migliorarsi, perda tempo dietro a queste idee che di fatto sono la riproposizione moderna dello stesso pensiero pseudoscientifico che ha accompagnato l’Umanità sin dai suoi albori?
Io dico di no: la Scienza deve restare tale e non cadere nei peggiori vizi della filosofia improvvisata e autoreferenziale.